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Via Crucis

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Pitturato da attoniti schizzi di dolore

cado, mi alzo, cado, e mi rialzo ancora

nel mio cammino dannatamente incredulo,

bianco e riarso dalla sabbia,

su strade addormentate a cavalcioni

tra rottami urbani e infiniti orizzonti da ‘600 barocco.

 

Nessun divieto d’accesso,

nessun divieto di sosta

nei vicoli dei nostri amori sgangherati,

assicurati in attesa di minimi massimali

contro infortunio e malattie mentali;

nessun cartello di caduta massi

sulle nostre mani sulle nostre menti

sulle nostre idee adocchiate da avvoltoi,

scambiate, peer to peer, in bramosi mercati

di reti d’acciaio e nodi scorsoi.

 

Mi alzo, cado, mi rialzerò

- ancora, e ancora!-,

cinto a cilici stinti

da lacrime di salice piangente,

ebbro di madide viae crucis senza ritorno,

solitario, ingannato, con animo sconfitto,

cuore fiero, finché, d’un tratto non muoia il giorno.

 

                     [Riserva indiana, 2007]

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