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al testo di Ivan Pozzoni
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Pitturato da attoniti schizzi di dolore cado, mi alzo, cado, e mi rialzo ancora nel mio cammino dannatamente incredulo, bianco e riarso dalla sabbia, su strade addormentate a cavalcioni tra rottami urbani e infiniti orizzonti da ‘600 barocco.
Nessun divieto d’accesso, nessun divieto di sosta nei vicoli dei nostri amori sgangherati, assicurati in attesa di minimi massimali contro infortunio e malattie mentali; nessun cartello di caduta massi sulle nostre mani sulle nostre menti sulle nostre idee adocchiate da avvoltoi, scambiate, peer to peer, in bramosi mercati di reti d’acciaio e nodi scorsoi.
Mi alzo, cado, mi rialzerò - ancora, e ancora!-, cinto a cilici stinti da lacrime di salice piangente, ebbro di madide viae crucis senza ritorno, solitario, ingannato, con animo sconfitto, cuore fiero, finché, d’un tratto non muoia il giorno.
[Riserva indiana, 2007] |
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